Ho incontrato Bugo, nome d’arte di Cristian Bugatti, qualche sera fa all’“Eremo Club” di Molfetta, poco prima di assistere al meraviglioso set acustico con cui è attualmente in tour. Il “fantautore” è uno che sa stupire piacevolmente, non solo dal punto di vista artistico. Una persona molto disponibile, sicura di se, aperta agli stimoli esterni e molto attento ai suoi fan. Un artista che sa evolversi, cambiare e sperimentare.
Ciao Bugo. Vivi in India da 3 anni, com’è stato il tuo ritorno in Italia?
Molto bello. Sono tornato due settimane fa e devo dire che inizialmente non avevo molta voglia di rientrare, perché sono uno che si affeziona ai posti e alle persone e quindi mi dispiacevo all’idea di dover lasciare l’India per un po’, ma appena ho rimesso piede in Italia mi sono accorto che il mio Paese mi era mancato davvero tanto.
Ne ho riscoperto i profumi, i paesaggi, la gente, la lingua e per un’entusiasta come me queste sono cose che contano molto.
Immagino, dunque, che tu ti sia ambientato bene in India…
Si, lì mi trovo molto bene anche se sento che è un Paese che non mi somiglia molto: io sono un ragazzo pragmatico, mentre lì c’è una spiritualità molto spiccata e anche un forte senso del “magico”, però adoro essere stimolato da ambienti, situazioni o persone che trovo diverse ed interessanti.
Poi in India adesso stanno vivendo un periodo di forte crescita economica che si contrappone alla nostra recessione europea, quindi sono mossi da una forte carica entusiastica che diventa tangibile anche a livello di interazioni interpersonali, qui invece siamo tutti stanchi, giustamente.
Circola voce che produrrai il tuo prossimo album. Come ti immagini in questo ruolo?
Non è ancora una notizia certa, in effetti, però, non sarebbe una grande novità: io ho collaborato alla produzione di tutti i miei dischi.
Quando lavoro parto sempre con del materiale che sento molto mio e poi lo affido a persone fidate con le quali condivido una parte del mio cuore e delle mie emozioni perché sono persone che scelgo e di cui, appunto, mi fido, ma non parto mai da zero.
Anche in questo caso sto lavorando personalmente alla creazione delle canzoni e poi devo decidere come finalizzare il lavoro.
Devo ammettere che mi piacerebbe molto però cimentarmi nuovamente nella produzione perché non lo faccio da un po’.
Quanta attenzione dedichi alla ricerca del suono perfetto?
All’inizio della mia carriera era quasi un’ossessione ed infatti è un elemento che caratterizza i miei primi lavori. Adesso credo che le canzoni siano voce e chitarra, questo non vuol dire che tutti i miei prossimi lavori saranno incentrati esclusivamente su questi due elementi, però se fossi su un’isola e dovessi scegliere se andarci per sperimentare un suono o per scrivere canzoni pensate per chitarra e voce, sceglierei la seconda opzione.
La ricerca del suono perfetto è stata una mia ossessione in passato, ora cerco l’essenziale. Io sono un cantautore e per me una canzone si basa su quello che dico.
Qual è il cantautore italiano che ti ha ispirato maggiormente e che ami profondamente?
Luigi Tenco e Vasco Rossi sono i primi due nomi che mi vengono in mente e spesso le cose spontanee sono le più vere.
Con quale artista ti piacerebbe collaborare?
Non sono uno che collabora molto se ci pensi. Ho collaborato con Violante Placido perché non è una musicista e perché mi piace lavorare con persone che non appartengono al mio mondo.
In ogni caso, se devo farti un nome e mi permetti di osare tantissimo, ti dico Mick Jagger.
Se parliamo di artisti italiani, dico Vasco.
Hai dichiarato che, ad oggi, i migliori rocker italiani siete tu, Vasco e Ligabue. Un progetto con il rocker di Correggio?
Certo, anche se lui è molto diverso da me e io mi sento più vicino a Vasco, ma mi piace molto Ligabue.
Voi tre siete cambiati molto nel tempo. Come mai secondo te?
Il rock è così: i primi quattro anni si esplode e poi si cambia e si sperimenta, però io credo negli artisti a lunga distanza.
Secondo me in Italia manca un rocker giovane e, peccherò di presunzione, ma fa parte del mio carattere, io mi candido per questo ruolo.
In questo Paese credo che si dia troppo spazio ai Talent Show, in cui personalmente non credo, a scapito della ricerca del rock.
La tua necessità artistica si esprime solo per mezzo della musica o sei anche un appassionato di altre forme d’arte?
Sono un ideatore: faccio installazioni e performance, quindi mi occupo di arte visiva contemporanea.
Qual è il tuo film preferito?
“Il buono, il brutto, il cattivo”. Adoro il western e adoro Clint Eastwood.
Che rapporto hai con i social media, con i fan e con fan e social media?
Avrei voglia di chiederlo a te dal momento che ho capito che mi segui su Twitter.
Ho un rapporto un po’ ambiguo, perché forse è la tecnologia che mi disturba un po’, però mi piace parlare con i ragazzi, quindi ne sono anche affascinato.
Posso seguire i miei fan e mi piace avere questa possibilità anche se non riesco a rispondere a tutti e mi dispiaccio davvero per questo.
Qual è la canzone che avresti voluto scrivere tu?
“Bollicine”. La trovo pazzesca. È molto Bugo e molto Vasco.
Ciao Bugo, grazie mille e alla prossima!
Prossime date:
6 luglio, Milano
7 agosto, Cittanova (RC)
23 agosto, Cesena
https://www.facebook.com/cristian.bugo.bugatti/events
(Foto di Andrea Sasso)