Premessa: lasceremo per un po’ miti dei ed eroi. Largo ai santi, alle loro storie, ai loro attributi e ai loro martìri.
Nozione utile alla comprensione degli articoli: ogni santo è stato martirizzato nel peggiore dei modi e alla fine decapitato, l’unico modo per render fine al supplizio.
Santa Lucia.
Anno del Signore 304 d.C.
Imperatore romano in carica: Diocleziano (244-313 d.C.)
Venerazione: 13 Dicembre, il giorno più corto che ci sia.
Al ritorno di un pellegrinaggio che l’avrebbe ricondotta a casa, a Siracusa, la giovane Lucia decide di comunicare alla madre la sua decisione vocazionale: consacrarsi a Cristo. A monte di tutta la storia della Santa c’è la richiesta della stessa di poter disporre di tutto il patrimonio ereditato dal padre per poterlo devolvere in beneficenza. La madre, dapprima contraria alla scelta della figlia decide poi di cedere e finalmente le dà il consenso di devolvere il patrimonio a Siracusa. La notizia arriva velocemente alle orecchie del fidanzato di Lucia, che chiedendo spiegazioni alla madre troverà in realtà solamente menzogne e falsi investimenti promessi.
Stanco ed esacerbato dai continui rifiuti e rinvii di matrimonio decide di denunciare la scelta
cristiana della promessa sposa al governatore Pascasio.
Dopo un interrogatorio assai fitto di scambi di battute che la vergine riesce a controbattere con la forza e la sicurezza di chi è ispirato da Cristo, il governatore le infligge la pena del postribolo proprio al fine di operare in Lucia una sorta di esorcismo inverso allontanandone lo Spirito Santo.
Mossa dalla forza di Cristo la vergine reagisce con risposte provocatorie incitando Pascasio ad attuare il suo tristo proponimento. Nessun postribolo avrebbe però fatto effetto al corpo della donna, la sua mente infatti non avrebbe mai ceduto alla concupiscenza della carne. Qualsiasi violenza ella avrebbe subito non ne avrebbe comunque contaminato spirito ed anima pura e casta. A questo punto si assiste ad un prodigioso evento: racconta Jacopo Da Varagine ne La leggenda Aurea che lo Spirito Santo intervenne, e mentre Lucia discuteva col prefetto, la rese così pesante che “nessuno, nemmeno molte coppie di buoi furono in grado di spostarla”.
Esasperato da tale straordinario evento il governatore decide allora per il rogo, ma nemmeno le fiamme furono in grado di scalfirla e Lucia finì per perire di spada. Piegate le ginocchia la vergine attende il colpo di grazia, e dopo aver profetizzato la caduta di Diocleziano viene decapitata.La leggenda di Lucia, da cui deriva il suo principale attributo iconografico, nasce dal suo nome connesso con la luce, che ha stimolato nella fantasia popolare una tortura che riguardasse gli occhi, la vista, ecco perché l’attributo primario della santa è il vassoio con i suoi occhi poggiati, ed ecco perché è la santa protettrice di oculisti, elettricisti, ciechi e, di certo, di Siracusa.
Il culto di Santa Lucia si è diffuso in tutto il mondo a macchia d’olio e iconograficamente è una delle sante più d’ispirazione ad opere d’arte in tutte le sue forme. Vi propongo tre quadri molto diversi tra di loro: il primo di Leandro Bassano, Il Martirio di Santa Lucia, 1590 circa, custodito nella Chiesa di San Giorgio Maggiore a Venezia. E’ la scena dei carri di buoi che pur provando e riprovando non spostano l’inamovibile e pesante Lucia.
Commoventi sono invece gli occhi insanguinati della Santa nel quadro settecentesco del Tiepolo, la tradizione racconta che fu trafitta alla gola subito dopo aver ricevuto l’ostia, gli strumenti del martirio, pugnale e piatto con gli occhi attendono sono lì, per terra davanti a lei, presagendo l’immediato futuro.
Ma il quadro più bello mai visto dal vivo è quello di Francesco Furini, (1603-1646, pittore fiorentino che prenderà poi i voti, si farà prete, e le sue donne rimarranno sempre le più belle della storia della pittura, erotiche e mai volgari) custodito a Roma, alla Galleria Spada, famosa per la prospettiva del Borromini, assolutamente da vedere. E’ rappresentata a “volto perduto” raffigurata di spalle perché sfigurata, senza più occhi. Il brano è triste e inedito, e il dolce Furini decide di donare dignità alla donna, finalmente mandandola in pace, in cielo. Nei capelli, appena percettibile vi è un fermaglio a forma di uccellino con lo sguardo rivolto in avanti, al futuro: laddove Lucia non può più fisicamente guardare lo spirito santo lo farà per lei. La sua anima è ora in pace.
In copertina: Francesco del Cossa, 1472, dettaglio di Santa Lucia, National Gallery of Art, Washington.