I Fast Animals and Slow Kids sono un gruppo di amici, ancor prima di una band, che nasce nel 2007 a Perugia. Per loro stessa ammissione il progetto nasce “come una di quelle cose che si fanno per passare il tempo in inverno”, come esemplificato dal divertente nome della band: Animali Veloci e Bambini Lenti è infatti il nome di un noto sketch della serie televisiva I Griffin (Link). Grazie al successo ottenuto con la vittoria dell’Italia Wave Love Festival nel 2010, il progetto prende presto una piega ben diversa dal semplice passatempo. Nel 2011 esce infatti Cavalli (il tuo album da colorare), il loro primo album, prodotto da niente di meno che Andrea Appino e riscuote sin da subito delle ottime critiche.
Lo scorso 18 marzo è uscito il loro secondo album, Hybris, dal greco eccesso, superbia. Una superbia, che a voler fare i pignoli, è forse rintracciabile fin dalla modalità di fruizione del disco: Hybris è infatti il primo disco dell’etichetta Woodworm, realizzato con la licenza Creative Commons (per saperne di più) ed è quindi disponibile in free download (qui). Praticamente non c’è scusa che tenga per rifiutare l’invito all’ascolto del loro album.
Se confrontiamo “Hybris” con “Cavalli” possiamo notare come lo stile, sia compositivo che autoriale, abbia fatto un notevole salto di qualità pur rimanendo fedele ai tratti tipici dei FASK: una chitarra robusta, sempre presente ma che si prende lo spazio che si merita senza mai esagerare con continui stop & go. Tornano anche le urla nel microfono di Aimone Romizi.
In particolare i testi sono semplici ma mai banali, ci raccontano di dubbi e angosce, evitando ogni forma di indulgenza e raccontando le cose senza inutili fronzoli. Domina il concetto di superbia, una superbia che a differenza della Hybris greca è consapevole. I FASK sembrano sapere perfettamente che le cose difficilmente andranno bene, ma che se non verranno vissute appieno fino in fondo andranno sicuramente peggio: “se nessuno ascolterà / e se nessuno ci vorrà / uniti e forti per noi stessi / fino alla fine”. Un inno alla vita dunque che fa ben sperare per il futuro dei FASK, considerando anche la loro giovane età; nessuno dei membri supera infatti i 25 anni. Proprio l’età è un fattore fondamentale, la stessa età alla quale una volta si incominciava a far sul serio, la stessa età di chi vi scrive e della generazione che un giorno, forse non molto lontano, sarà chiamata in causa per cambiare le cose grazie ad idee nuove e fresche, proprio come la musica dei FASK.
Il primo brano estratto dall’album è “A cosa ci serve”, un vero e proprio manifesto generazionale sporcato da sentimenti d’amore. “A cosa ci serve” e “Maria Antonietta” sono sicuramente fra i pezzi meglio riusciti degli album, oltre ad essere i pezzi più easy-listening. A parte questa descrizione dovuta, è praticamente impossibile, oltre che inutile, analizzare singolarmente le tracce. L’album è 43 minuti di veloci riff alternati a momenti più lenti ed introspettivi che si presenta incredibilmente compatto. Una volta partiti dalla prima traccia “Un pasto al giorno”, l’ascolto procede spedito e in men che non si dica ci si accorge di essere già arrivati all’ultimo brano “Treno”. 43 minuti di pura energia, che ne fanno uno dei migliori album rock con notevoli punte di melodie punk prodotti in Italia negli ultimi tempi.
Hybris è uno dei più brillanti risultati che una band emergente possa desiderare di ottenere al temuto esame del secondo album. Se i FASK continueranno così ci sarà sicuramente da divertirsi nei prossimi anni. Sono sicuramente una band meritevole, che si è appena incamminata in un percorso musicale avendo tutte le carte in regola per riuscire a percorrere la scia lasciata da illustri predecessori ed arrivare a calcare palcoscenici prestigiosi.
Per ulteriori informazioni: Facebook.
Fast Animals and Slow Kids – A cosa ci serve from Il polimorfo on Vimeo.