Il duo alessandrino degli Uochi Toki, composto da Napo e Rico, del quale abbiamo già avuto occasione di parlare nelle pagine del Malpensante (qui), ha rilasciato, sempre per l’etichetta La Tempesta Dischi, il nuovo album intitolato Idioti lo scorso 6 marzo 2012. Avevano annunciato il nuovo disco come un disco pop ed ovviamente, come era lecito aspettarsi da loro che con il pop non c’entrano proprio nulla, è un disco tutt’altro che pop, soprattutto se con il termine pop si intende musica leggera, come il suo originale significato vorrebbe. Questa precisazione è necessaria perché “…le parole sono importanti, possiamo ripeterlo per anni” ed anche perchè il disco è una sorta di riflessionetrattato semiologico, evidente in canzoni come Perifrastica e lo scioglilingua cacofonico di Tre tigri contro tre tigri, in cui viene anche deriso il senso comune del linguaggio del bambino.
Per non farsi mancare nulla in tutto il disco sono presenti definizioni scientifiche: biologiche come in Al Jazif, in cui vengono analizzati gli insetti per poi analizzare il loro punto di vista nei confronti degli esseri umani, come in Umami in cui si analizza il funzionamento, in realtà creato a tavolino, di questa nuova sezione del gusto atta a carpire il sapore delle alghe. Ecce robot è invece l’analisi della scienza, ricca di definizioni prese a prestito dalla robotica e cibernetica, che è vista come una sorta di religione prima ancora che come una fonte di sapere.
Canzoni come La recensione di questo disco, e La prima posizione della nostra classifica, sono una critica generale al mercato musicale fatto di ritornelli semplici e di un linguaggio povero, oltre che a recensioni che, secondo gli Uochi Toki, possono essere classificate in quattro tipi, quando in realtà l’unica cosa da capire del disco è la visione dell’intensità della lingua. Una delle canzoni meglio riuscite del disco forse è Tavolando il pattino con Antonio Falco che parla delle gesta di questi nerd, troppo pirla per entrare nelle grazie delle ragazze che pure hanno recentemente scoperto la passione per questi ultimi, che vanno incontro a qualcosa che non avevano mai fatto prima: si costruiscono una tavola da skateboard e provano ad andarci, ovviamente con risultati pessimi anche se ciò non è importante, quello che importa è che siano andati contro le loro abitudini che non li avrebbero portati da nessuna parte e che abbiano scoperto da soli qualcosa di nuovo. 20 centesimi di tappi per le orecchie è forse la traccia migliore dell’album. Quest’ultima è un racconto molto autobiografico, in perfetto stile Uochi Toki, di altissimo livello che descrive i livelli di paranoia del vicinato verso ogni minimo rumore notturno e che comunica solamente tramite bigliettini anonimi lasciati alla porta dei presunti colpevoli; quindi indaga le alienate e alienanti relazioni umane in quest’epoca di vicinato velenoso.
Dal punto di vista musicale notiamo l’uso frequente dei filtri vocali da parte di Napo che, unito alle basi molto più cyberpunk del precedente disco, contribuisce alla sensazione di deumanizzazione presente in Idioti, sensazione ampliata anche dal lessico scientifico ed impersonale di Napo. Il disco richiede uno sforzo, questa volta più del dovuto, per essere ascoltato perché il livello di attenzione richiesto è veramente alto, tanto che lo stesso Napo indica in chi sovracapisce il suo perfetto ascoltatore, ovvero chi possiede orecchie ben disposte ad un immersione totalizzante.
Prima di accusarli di essere saccenti e tediosi o petulanti è importante capire che a loro non interessa convincere nessuno, né fornire rassicurazioni, pertanto se l’ascoltatore non è interessato può semplicemente passare alla successiva canzone di un altro artista senza grossi drammi. In conclusione Idioti porta avanti il loro personale “atto rivoluzionario: mettersi in gioco pesantemente, rompendo le nostre abitudini che non ci portano a niente, in modo divertente, beh, per noi è divertente!” e lo fa in un’ottima maniera anche se leggermente inferiore al disco precedente.
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