In occasione del Festival Internazionale del Giornalismo (sito) di Perugia è stato invitato il CTO (Central Technology Offer) dell’ultima campagna elettorale di Obama, Harper Reed. Harper è nato nel 1978 in Colorado. E’ cresciuto tra libri di sci-fi e death metal ed oggi si definisce con orgoglio un nerd, ma anche l’uomo più cool del mondo, come possiamo leggere direttamente sul suo www.harperreed.org. Prima di approdare alla corte di Obama ha collezionato molti progetti innovativi tra i quali spicca Threadless, una delle prime associazioni nate grazie al crowdsourcing, che altro non è che una community dove utenti e designer producono insieme T-shirt ad edizione limitata, oltre ad essere un hacker.
Nel 2011 viene scelto direttamente da Michael Slaby, CIO (Chief Innovation Officer) della campagna elettorale di Obama, come CTO senza alcun dubbio sulle sue capacità. Dopo essere stato introdotto da Guido Romeo, il caposervizio per la scienza della rivista Wired (sito), e coordinatore del progetto iData, Harper Reed si presenta sul palco del Festival del Giornalismo di Perugia. Il suo keynote speech è cominciato proprio dal momento in cui gli è stata offerta la possibilità di essere il CTO della campagna elettorale di Obama. Sul grande telo bianco dove venivano proiettate le immagini per la presentazione allestito nella splendida cornice di Sala de’ Notari, è comparsa prima la foto di Micheal Sleaby che, in giacca e cravatta si presentava in maniera molto formale. Subito dopo è comparsa la foto di Harper Reed che, al contrario, con il suo look molto eccentrico: enormi occhiali, numerosi piercing e lunghissima barba; si è presentato in maniera tutt’altro che formale, suscitando così l’ilarità della sala a causa del netto contrasto tra le due immagini.
Dopo questo momento di ilarità è andato subito al sodo cominciando a raccontare il suo contributo alla vittoria delle scorse elezioni presidenziali di Obama spiegando come, in politica, ad ogni inizio di una campagna elettorale si debba ripartire da zero e creare tutto da capo. Il tempo a sua disposizione è stato di 18 mesi durante i quali ha dovuto procedere sia con l’organizzazione della campagna sia che con, soprattutto, la raccolta fondi per le spese da sostenere durante la campagna.
Uno dei passi fondamentali per la vittoria è stata la creazione della piattaforma API (Application Programming Interface) Narwhal, ovvero una piattaforma in grado di gestire i vari software disegnati per la campagna elettorale di Obama ed il conseguente flusso di dati da esse generate. I dati raccolti venivano utilizzati per indirizzare i volontari che agivano sul campo, i quali sapevano quindi in anticipo dove rivolgersi, chi chiamare ed a chi bussare per convincere elettori indecisi ad esercitare il diritto al voto. Il risultato è stato che l’efficacia di questa fase è migliorata esponenzialmente ed i volontari non si sono quasi mai visti sbattere la porta in faccia, esperienza che non è mai gradevole provare.
Un’altra grande fetta dei dati proveniva dalle applicazioni per il cellulare tramite le quali era possibile sia raggiungere persone per fare propaganda ma anche ricevere delle donazioni. I dati raccolti servivano anche a personalizzare ulteriormente il messaggio che veniva rivolto ai potenziali donatori. Nelle e-mail e negli sms, oltre a rivolgersi al potenziale elettore per nome, si indicava anche la cifra da dover donare, anche se poi ovviamente poi ognuno donava quanto voleva.
Un sistema così complesso ovviamente aveva bisogno di molti server ma anche di sfruttare le esperienze degli utenti per capire cosa poteva essere migliorato ponendo quindi al centro dell’attenzione l’utente attraverso l’analisi dei Big Data. Lo stesso concetto possiamo applicarlo alla politca che deve mettere al centro del proprio discorso il cittadino elettore per capire cosa vuole e soddisfare le sue esigenze.
Uno dei punti di forza di tutto questo lavoro è stato senza dubbio il continuo testing dei loro strumenti. Questi test venivano eseguiti in maniera talmente maniacale che avevano istituito il Game Day, ovvero un giorno nel quale rompere tutto ciò che avevano costruito per poi riaggiustarlo nel più breve tempo possibile, allo scopo di saper prevenire e superare un eventuale guasto che sarebbe potuto capitare durante il giorno delle elezioni mandando all’aria tutti i loro sforzi. Harper Reed ha dichiarato senza mezzi termini: “La nostra parola d’ordina era: Impedire ogni guasto”.
Il team era composto da 30 ingegneri ed assoldarli, almeno secondo Harper, è stato relativamente facile dato che avrebbero dovuto lavorare per il presidente Obama. E’ stato questo fattore che ha permesso di scegliere i migliori ingengneri in circolazione, gente proveniente anche da aziende come Google e Twitter. In confronto alle elezioni del 2008, il numero dei tecnici era di 10 volte maggiore, tanto che tutto il team tecnico contava circa 120 persone.
Per quanto riguarda la parte social, uno speciale accento è stato posto su Twitter dato che è molto particolare visto che ti costringe alla trasparenza: se non twitto io, qualcun’altro twitterà per o su di te. Per questo motivo, la parola chiave in questo caso è: pianificazione. E’ necessario pianificare bene cosa twittare, soprattutto cercando di cogliere l’attenzione di chi ha molti follower.
La trasparenza può però nuocere al tuo obiettivo dato che può portare alla luce la tua strategia. Tuttavia la trasparenza è necessaria dato che è anche grazie ad esse che si può ottenere la fiducia degli elettori. La cosapevolezza della forza del prodotto di Reed, e la paura di svelare troppo, hanno fatto sì che per molto rifiutasse ogni intervista con la stampa, a parte quella con il Washington Post. A proposito di questa intervista spiega: “ Come fai a concedere un’intervista senza svelare i tuoi trucchi? Come fai a raccontare una cosa che non vorresti che si sapesse a tutti? Semplice: la racconti al Whashington Post perchè è letto principalmente da anziani e conservatori, ai quali queste cose non interessano e perciò non ne parleranno mai.”
A proposito del rapporto con la stampa Reed ha affermato che essa non ha capito il funzionamento di Norwhal, con il risultato di leggere molti articoli che in realtà erano sbagliati. A suo avviso i giornalisti dovrebbero essere in grado di capire la tecnologia usandola più spesso e meglio di come fanno ora. Proseguendo il ragionamento ha concluso che i giornalisti dovrebbero introdurre la matematica nei loro articoli perchè serve per creare modelli di ricerca delle informazioni e delle fonti. In sostanza quella di cui si fa paladino è una sorta di Vendetta dei Nerd.
Un’altra critica ai giornalisti è arrivata grazie ai recenti eventi avvenuti a Boston dove i giornalisti hanno riferito l’opinione della folla sbagliando ad individuare il responsabile, ricercando un lavoro facile e di sicuro successo a discapito della veridicità dell’informazione.
Alla fine dell’intervento è stato lasciato spazio alle domande del pubblico alle quali ha risposto senza mai tirarsi indietro.
“La decisione di far parte del team per la campagna elettorale di Obama non è stata per niente semplice”, confessa. “Avevo una forte pressione ed era molto stressante perchè non potevo sbagliare, dovevo fare la storia”.
Nonostante il ruolo che ricopriva, ha raccontato di aver incontrato Obama solo 3 volte, durante le quali è riuscito a farsi prendere in giro dal presidente a causa della sua barba.
Ha parlato del suo impegno contro le leggi sul copyright che il Congresso degli Stati Uniti ha approvato in questi ultimi tempi. Secondo Harper internet è nato cercando di garantire parità di accesso ai suoi contenuti e così deve rimanere.
Alla prospettiva di esportare la sua tecnologia in altre campagne elettorali si è dimostrato abbastanza scettico: “Il mio modello funziona perché è stato progettato per gli Stati Uniti dove durante le campagne elettorali i candidati sono molto aggressivi e dove il ricorso a fondi privati per finanziare la campagna elettorale è fondamentale. Per ottenere successo tramite foundraising è importante essere a diretto contatto con i cittadini, contatti che in diversi paesi d’europa sarebbero visti come lesivi della privacy del cittandino. Credo che in Germania fare quello che abbiamo fatto negli Stati Uniti addirittura illegale”.
Il suo modello non è quindi trasponibile ma può insegnare molto. In particolare focalizza l’attenzione sul cittadino che è visto come il vero e proprio protagonista del voto proprio come quello che sta facendo il Moviento 5 Stelle in Italia. Più che di trasponibilità, secondo Harper, si dovrebbe parlare di evoluzione, dato che ognuno aggiunge qualcosa di nuovo a ciò che è già stato sviluppato migliorandolo ed aprendo così sempre più scenari diversi.
Ovviamente lo sviluppo di queste tecnologie non è mai economico, anzi è molto costoso ed è per questo motivo che il ruolo del foundraiser è molto importante. In fondo il principale obiettivo della campagna elettorale è quello di raccogliere fondi che serviranno a produrre messaggi ed a mettere in moto una grande macchina organizzativa tesa a convincere il maggior numero di persone a votare per il prorpio candidato. In questo contesto, dato che si parla di finanziamenti privati, è molto importante la trasparenza.
A suo parere, la tecnologia deve essere al servizio degli scopi del candidato il quale deciderà su quali aspetti puntare e su quali no. Per esempio, il candidato che ha sfidato Obama per la corsa alla presidenza, Mitt Romney non ha puntato molto sul contatto con gli elettori perciò usare la tecnologia sviluppata da Harper Reed avrebbe avuto poco senso.
Un altro aspetto fondamentale è il personale con il quale lavori. Per Reed il requisito fondamentale oltre la competenza è l’entusiasmo: i collaboratori dei quali ci si avvale devono credere in ciò che stanno facendo. L’organizzazione era suddivisa in team, quindi ogni persona veniva assegnata ad una squadra una volta assunta. Compito della squadra è di portare a termine un determinato obiettivo. Nella scelta dell’ obiettivo da portare a termine è importante segmentare il lavoro da svolgere. Così facendo non si ha mai l’impressionde di trovarsi di fronte ad ostacoli insormontabili ma si procede sempre passo dopo passo. A questo punto la cosa da fare è limitare i tempi entro i quali svolgere il proprio lavoro.
Si è concluso qui il keynote speech di Harper Reed al Festival del Giornalismo di Perugia, fra gli scroscianti applausi dei partecipanti, applausi più che meritati sia per il contenuto ma anche per la presentazione dello stesso che ha saputo strappare molte risate al pubblico.