Cos’è oggi di sinistra? Cosa significa dire qualcosa di sinistra? Mentre in Italia si sente l’eco di quella famosa esortazione di Nanni Moretti a Massimo D’Alema, nasce su internet un blog, una piazza digitale, dove discutere, (ri)formulare il concetto di sinistra in un paese che ora più che mai sembrerebbe averne bisogno. Si tratta di ESSEBLOG., “comunità di passioni” pronta a lanciare la sua rivista online, La Costituente.
Un nuova “costituente” appunto, agora virtuale aperta al confronto e al dibattito su un tema bistrattato che, con le sue mille sfaccettature, occupa le nostre conversazioni dal bar al salotto, dalla fabbrica all’ufficio e persino in vacanza.
Cos’è un blog se non una piazza dove discutere pubblicamente dell’identità di una parola carica di evocazioni storiche, sin dai tempi in cui un gruppo di deputati nell’Assemblea parlamentare francese decise di sedersi nell’emisfero sinistro dell’aula?
Si parte da un’arena, quella digitale dove tutti sono redattori e nessuno verrà lasciato indietro. La piazza nel suo significato democratico e culturale è la stessa che manca alla sinistra italiana dopo Berlinguer, quella dove si creavano sogni e speranze di un mondo migliore, quella che oggi viene agitata da un comico che crede di interpretare la coscienza degli ultimi della classe e che invece offre loro la valvola di sfogo nichilista e distruttiva del populismo.
Un manifesto fatto di tanti inviti di benvenuto e altrettanti di astensione dalla partecipazione. Perché la storia della sinistra italiana, dei residui del PCI e soci, ha dimostrato che di compromesso, peggio se all’italiana, si muore.
La pagina è invito senza compromessi a confrontarsi su un tema caro a chi ha un cuore che batte a sinistra. Quel popolo che da anni va ad un seggio elettorale (se ci va) per scegliere un candidato destinato a perdere, o per scegliere il meno peggio, o per “turarsi il naso” inseguendo “voti utili”. Il dibattito, sicuramente meno ambizioso delle tesi revisioniste sul marxismo di fine Ottocento, è complesso. La speranza è quella di uscire dalla lunga fiera italiana dei paradossi, quella catena storica che va dalle convergenze parallele alle larghe intese.
Gli argomenti del contendere sono tanti, troppi e urgenti: “la legge spietata di un ultracapitalismo finanziario globalizzato senza più concorrenti” e quel suo dominio che “si è imposto alla stessa stregua di una legge di natura”. O ancora la teologia del pensiero unico che naviga a vele spiegate senza una dialettica o un contraltare, perché dall’altra parte c’è il complesso di una storia pesante, naufragata nell’orrore totalitario e persa tra utopia e realtà. Mentre la parola salario e quella lavoro, con l’aggiunta del sostantivo dignità, sono sparite dal vocabolario della sinistra, questa reagisce “o piegandosi alla logica del monoteismo del mercato o rispondendo in modo minoritario e inconcludente.”
Esse Blog si propone, con l’arma della cultura e del confronto, l’idea di trovare dal basso quel contraltare concettuale da contrapporre alle parole d’ordine dell’uomo del nostro tempo, “l’homo economicus” colpito dalla crisi finanziaria: austerità, profitto, produttività, competitività, reazione dei mercati borsistici, spread, agenzie di rating e via dicendo.
Esistono vie di uscita? Probabilmente sì e non stanno nelle ricette di chi è responsabile della deriva economico-finanziaria globale, si trovano a sinistra e in una grande ambizione: “capovolgere i punti di vista. Giocare in attacco la sfida dei e per i contenuti.” Penne di tutta Italia unitevi!