Progettazione architettonica e scienze sociali hanno acquisito negli ultimi anni una rilevanza civica che mai avevano ricoperto in passato. L’architetto, nonostante svolgesse un ruolo di centralità nella costruzione del nostro mondo, non ha avuto fino agli anni ottanta un’influenza determinante sulla scena pubblica, come ad esempio quella di scrittori o poeti. Allo stesso modo le scienze sociali, in particolare la sociologia e la psicologia, si ritrovano oggi in una fase evolutiva, secondo una forma di centralità assoluta, sia nel campo progettuale che in quello dell’interazione umana. Questo grazie soprattutto alla ricercatezza dei loro studi inerenti al rapporto tra popolazione e ambiente, contenuto e contenitore. Il progressivo affermarsi dell’architettura nell’esperienza quotidiana della città, ha determinato una sua traslazione su un campo di riflessione da parte delle scienze sociali, che oggi si interrogano sugli effetti generati da questa nuova forma simbolica del panorama urbano sull’immaginario collettivo.
Il connubio sempre più forte che si sta stringendo tra la figura dell’architetto e quella del sociologo, ha garantito il peso di un’importanza crescente al concetto di spazio pubblico e delle sue modalità di condivisione. Lo spazio pubblico propriamente detto può rappresentare allo stesso modo sia un luogo fisico che uno virtuale, simboleggiando quell’uso sociale collettivo dove chiunque ha il diritto di circolare o dialogare. Uno spazio pubblico può assumere molteplici identità, prendendo forma oggi frequentemente nel cohousing, una nuova politica abitativa dove coppie e singoli decidono di condividere alcuni spazi inerenti la quotidianità delle azioni come il mangiare, la gestione dei bambini, la cura del verde.
Allo stesso modo il coworking viene definito come un nuovo stile lavorativo che mira alla condivisione di un ambiente di lavoro, dove coloro i quali ne fanno parte non sono in genere impiegati nella stessa organizzazione. L’attività di coworking pertanto genera un raduno sociale di un gruppo di persone che nonostante lavorino in modo indipendente condividono determinati valori con l’obiettivo di raggiungere una certa sinergia che può avvenire lavorando a contatto con persone di talento. Traducendo questa definizione in semplici parole chiave ne scaturiscono quelle che sono le caratteristiche del coworkig stesso: uno spazio di lavoro comune a basso costo.
Proprio in questo background si inserisce Combo Openproject.
Il progetto Combo nasce a Firenze con la finalità di realizzare un spazio che abbia nei suoi intenti il concetto di flessibilità e proposta di servizi acquistabili attraverso un meccanismo di crediti a consumo. In questo modo il sistema si configura come un’organizzazione modulare all’interno della quale gli utenti sono in grado di variare la combinazione tra costi e servizi al fine di crearne una che rispecchi appieno le proprie possibilità. Lo scopo principale è quello di formare nel corso del tempo una comunità che possa distinguersi per la sua dinamicità con la possibilità di incontrarsi, collaborare ed evolversi all’interno di questi spazi specifici. L’idea presupposta da Combo è quella della realizzazione di un set di strumenti che si identifichino come servizi, coworking, aula formazione, sala riunioni, eventi, esposizioni, che chiunque può sfruttare per assistere e facilitare la costruzione del proprio progetto. Questa mission progettuale è racchiusa nel concetto della collaborazione, definita come la possibilità di architettare funzioni complesse servendosi dell’interazione di unità indipendenti. Persone ed iniziative che interagisco tra di loro per organizzarsi e superare i limiti individuali. Questa filosofia di base suggerisce come all’interno della struttura non esista una gerarchia sociale, non esistano capi, intermediari, o società ombrello, si tratta piuttosto di una tavola rotonda, dove nessuno può etichettare il lavoro altrui. Tutto questo confluisce nell’obiettivo di comunione di più realtà sotto uno stesso tetto, dove l’appoggio a Combo rappresenti un trampolino di lancio per la nascita e lo sviluppo di prodotti di successo. Naturalmente questa community non potrebbe funzionare senza un suo sostentamento economico, per questo motivo i servizi messi a disposizione sono a pagamento. Le stesse relazioni economiche rappresentano il fulcro della battaglia del progetto che mira a ricompensare anche materialmente tutto ciò che sia utile e solidale, evitando di essere equiparato a un semplice favore e agevolando l’avvento dell’economia della collaborazione.
Le questioni economiche rimangono centrali in questo contesto, pertanto è opportuno trattarle attraverso una manipolazione dei coworking in spazi che facilitano la crescita economica. Il coworking è prima di tutto un modo per intendere il lavoro più che una possibilità di risparmio economico. Il risparmio non si delinea come la soluzione principale, per rilanciare il Paese è necessario anche il guadagno. Questa soluzione si configura come un cammino arduo, una corsa ad ostacoli, dove solo l’innesco di una rivoluzione silenziosa mostrerà i suoi frutti. Il coworking come punto di partenza per una riforma sociale del lavoro ed economica.
Per maggiori informazioni http://www.comboproject.com