7 minuti e 15 secondi. Lungi dal rappresentare uno sterile dato, l’inusuale durata di The Curse, primo singolo estratto da Aventine (30 settembre, PIAS), la dice lunga sulla natura del secondo lavoro, con cui, a tre anni di distanza dall’esordio con Philarmonics (4 ottobre 2011, PIAS), Agnes Obel torna sulla scena.

Scritto tra l’estate del 2010, in coda ai pezzi che poi effettivamente confluirono nel primo album – che, per la cronaca, valse alla cantautrice e pianista danese il disco di platino in Francia, Belgio e d’oro in Olanda, oltre a cinque Danish Awards come Album dell’Anno, Migliore Album Pop, Miglior Debutto dell’Anno, Miglior Artista Femminile, Miglior Cantautore dell’Anno – e il rientro alla base, a Berlino, dopo l’interminabile tour mondiale che lo seguì, l’album per ampiezza di respiro ed intensità supera senza dubbio Philarmonics, perdendone tuttavia e inevitabilmente qualcosa sul versante dell’immediatezza.


Il talento compositivo ed interpretativo della Obel, emerge in tutta la sua delicata profondità nelle undici tracce che danno corpo a questo secondo lavoro, come il precedente da lei interamente arrangiato e prodotto presso i Chalk Wood Studios. Agnes, qui, riparte esattamente da dove ci aveva lasciati, con Chord Left, il primo dei tre pezzi strumentali inclusi nell’album (Tokka e Fivefold sono gli altri due), che riprende velatamente e in forma variata la title track di Philarmonics. Un brano che con il pulsare degli accordi della mano sinistra (da cui il titolo) su cui si appoggia la melodia, quasi un omaggio al preferito Erik Satie, fa da sofisticato trait d’union tra il minimalismo pianistico dell’esordio e gli arrangiamenti più sontuosi di Aventine.

È sempre un’etica di ascendenza minimalista quella alla base delle produzioni di Agnes Obel, che con questo lavoro ha però voluto espandere a nuove sfumature la sua tavolozza timbrica, dominata nell’album d’esordio da piano e voce: “Durante il tour di Philarmonics continuavo ad avere idee per la nuova registrazione e volevo esplorare il mondo del violoncello e degli altri strumenti a corda. Ho registrato tutti gli strumenti posizionati vicinissimi fra loro e così i microfoni, tutto in una piccola stanza, tutto molto vicino. Il suono che ho ottenuto è rado, ma variando la dinamica delle canzoni sono praticamente riuscita ad ottenere dei paesaggi sonori, qualcosa che sembra grande con questi pochi strumenti”.

Fuel to Fire, scritto assieme al pezzo di chiusura Smoke & Mirrors nell’estate del 2010 e plasmato on the road, durante il lungo tour di Philarmonics, nel suo arrangiamento attuale, che si distingue per l’imponente tappeto d’archi su cui la voce di Agnes sembra fluttuare; Dorian, in cui gli archi si abbandonano ad una funzione ritmica che sostiene, impreziosendoli, un cantato ed un piano piuttosto semplici, benché pieni di fascino e Run Cried the Crawling, nella quale il piano fa un passo indietro, lasciando la scena agli archi, con viola e violoncello che scandiscono un sei ottavi leggiadro, spezzato nel chorus dal ronzio e dal grido soffocato dei violini; così come Words Are Dead, che già splendida nella melodia della strofa, regala un chorus sognante, in cui Agnes sfoga una vocalità inedita e il singolo, accompagnato dal video diretto da Alex Brüel Flagstad, The Curse, in cui ritorna ipnotico il sei ottavi battuto sugli archi, sono la perfetta trascrizione sonora dell’approccio di Agnes al lavoro in studio. Lavoro realizzato con la collaborazione di Mika Posen dei Timber Timbre al violino e viola, Anne Müller al violoncello e Robert Kondorossi dei Budzillus alla chitarra in Pass Them By, pezzo dall’arrangiamento ricchissimo, ritmicamente potente e dal sapore antico, come la title track, il cui titolo “suona antico e non davvero reale”.

Solido e sfuggente è Aventine, consacrazione di un’artista che, pur non rinunciando alla caratteristica propensione alla dilatazione formale, anacronistica nell’era del tutto e subito, convince e rapisce.

Agnes Obel sarà in Italia con un’unica data il 5 novembre al Teatro Martinitt di Milano, nell’ambito del Sound and Comfort Festival per info e biglietti:

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Spettacolo al Teatro Martinitt

TRACKLIST
01 Chord Left
02 Fuel to Fire
03 Dorian
04 Aventine
05 Run Cried the Crawling
06 Tokka
07 The Curse
08 Pass Them By
09 Words Are Dead
10 Fivefolds
11 Smoke & Mirrors

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